Un caso di overtreatment (letteralmente “trattamento eccessivo”) che ha portato al decesso del paziente attuato presso il Dipartimento di Chirurgia di un ospedale umbro.

 

In questo caso il paziente con una diagnosi di Neoplasia stenosante del colon discendente, con associata carcinosi peritoneale, versamento pericardico e pleurico destro, è stato sottoposto ad un trattamento chirurgico estremamente demolitivo, con ipotesi di successiva chemio-immunoterapia, non indicato nella fattispecie in relazione all’età, alle comorbilità, alla presenza di plurime lesioni metastatiche linfonodali, extra-addominiali ed endo-addominali e soprattutto alla qualità e alle aspettative di vita nel caso di “buona riuscita” dell’intervento.

 

La vicenda giudiziaria, in questo caso azionata dai congiunti, è terminata con una sentenza di primo grado che ha visto l’Azienda Ospedaliera tenuta al pagamento di un cospicuo danno da perdita parentale.